di Cristina Nogara
A pochi metri dalle rotonde nel traffico della Moritzplatz, e lungo gli ingressi del Prinzessinnengarten, vengono coltivate verdure fresche. Robert Shaw e Marco Clausen, della compagnia no-profit Nomadisch Gruen (verde nomade), coltivano vegetali con standard biologici su un terreno di 6000 metri quadri. Un anno fa la zona era un’area dismessa piena di spazzatura. Oggi vi fioriscono zucche, patate, radici e anche un nuovo spirito comunitario.
I due fondatori poterono contare sull’attivo supporto dei loro vicini. Robert Shaw dice: “Noi abbiamo creato il contesto di questo posto. Sono le molte e diverse persone che si occupano di piantare, annaffiare e diserbare (e che si incontrano al caffè del giardino) che fatto rinascere questo luogo.”
Un luogo di incontro e di scambio per i giovani, per le scolaresche in visita e per gli orticoltori, e anche di integrazione, per gli immigrati. Le donne provenienti dalla Russia e dalla Turchia sono delle esperte orticoltrici ed è da loro che Robert Shaw, coltivatore autodidatta, ha ricevuto i migliori suggerimenti.
Tutti possono raccogliere e comprare prodotti ortofrutticoli al Prinzessinnengarten e le persone che danno un mano in modo regolare possono acquistare a prezzi di convenienza. Ma, a differenza che nei tradizionali orti tedeschi, qui non vi sono appezzamenti individuali. L'unica eccezione è per i bambini in età scolare e prescolare che coltivano e curano il proprio orto dal dissodamento fino al raccolto. Tutti possono raccogliere e comprare prodotti ortofrutticoli al Prinzessinnengarten e le persone che danno un mano in modo regolare possono acquistare a prezzi di convenienza. Ma, a differenza che nei tradizionali orti tedeschi, qui non vi sono appezzamenti individuali. L'unica eccezione è per i bambini in età scolare e prescolare che coltivano e curano il proprio orto dal dissodamento fino al raccolto.
I fondatori del Prinzessinnengarten di Berlino traggono ispirazione dagli orti urbani di Cuba, in cui è consentita la libera vendita di frutta e verdura per poter sopperire alla domanda locale e sono un modo per alleggerire gli effetti della crisi economica e nutrizionale. Durante il suo soggiorno a Cuba, Robert Shaw ebbe modo di apprezzare i prodotti salutari, l’atmosfera rilassata degli orti urbani e l’opportunità di mettere in pratica le idee direttamente, evitando gli ostacoli burocratici.
Il Prinzessinnengarten differisce dal suo modello ispiratore in un punto fondamentale: le aiuole sono trasportabili. La verdura cresce nei contenitori del pane di plastica in disuso, le patate spuntano in sacchi di riso, le erbe aromatiche in vecchi cartoni del latte. Questo metodo di coltivazione rende l’orticultura indipendente dalla qualità del suolo e l’orto urbano rimane mobile. Dopotutto, l’oasi di Moritzplatz è un giardino temporaneo poiché, quando un giorno il Berlin Liegenshaftsfonds (proprietario del terreno) venderà il sito, gli agricoltori dovranno andarsene. Grazie alla concezione del Nomadisch Gruen la ricollocazione non dovrebbe essere un problema. È una forma di agricoltura che funziona anche sui tetti delle case, nei parcheggi e nei terreni che, per varie ragioni, sono temporaneamente abbandonati.
(via Goethe Institut e Monocle)
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