di Elena Ruzza
Produrre alimenti biologici nel cuore di Milano. Il progetto, che sembrerebbe una contraddizione in termini, nasce da un'idea di Riccardo Rinetti, fotografo, e dal regista Paolo Calcagni, con la collaborazione di due agronomi. Da più di un anno coltivano ortaggi sul tetto del Bar Atm, locale ai Bastioni di Porta Volta, in una delle zone più centrali e trafficate della città.
L'orto sistemato sulla terrazza è costituito da cinque di vasche di legno, alte circa mezzo metro, rivestite di una tela permeabile e riempite da uno strato di argilla espansa e da terriccio “viziato” misto a pietra pomice. Seguendo i principi dell'agricoltura biologica sono stati piantati ravanelli, insalate, bietole, erbe aromatiche, sedano, melanzane, fagiolini, fagioli, carote, e così via. Le stesse varietà sono state contemporaneamente piantate in un campo “selvaggio” nella campagna brianzola.
Scopo dell'operazione è raccontare come nasce e produce un orto urbano attraverso il confronto con il tradizionale orto di campagna. L'intera operazione e la crescita degli ortaggi nelle stagioni è stata fotografata e ripresa: il risultato sarà diffuso su internet nel film “L'orto contemporaneo viziato e selvaggio”.
Gli autori dell'iniziativa hanno confermato che l'agricoltura nel cuore di una metropoli produce, e produce cibi di qualità. Il raccolto del piccolo orto si è rivelato incredibilmente abbondante anche senza l'utilizzo di prodotti chimici, e assicurano gli esperti che è sufficiente lavare gli alimenti per eliminare polveri sottili e altre tracce di inquinamento.