di Elena Ruzza
Il panorama degli orti urbani a Milano è estremamente variegato per tipologia, dimensioni, stato giuridico, finalità e motivazioni, che vanno oltre la passione o la necessità di autosostentamento. Si va infatti dalla coltivazione dell'orto urbano quale attività di sostegno o riabilitazione come accade all'ex Paolo Pini, dove il “Libero orto” coinvolge persone in situazioni di disagio o con handicap fisici e psichici, agli orti nelle scuole come strumento didattico e occasione formativa. Ci sono naturalmente i complessi di orti in proprietà o in affitto, comunali e privati, fino al vasto insieme di orti abusivi, molti dei quali anche se non istituzionalizzati sono consolidati nel tessuto urbano e sociale, come i 103 orti di via Rizzoli, coltivati fin dagli anni '50 e poi demoliti dal comune a febbraio, dopo decenni di utilizzo.
In questo contesto nasce un anno fa su iniziativa dell'agronoma Mariella Bussolati il progetto Orto diffuso, che ha già ottenuto il riconoscimento Award di Agricoltura dell'Agenzia Italiana Campagna e Agricoltura Responsabile. Nel suo manifesto l’orto diffuso si definisce “in realtà un network, che collega gli spazi più immediatamente disponibili (balconi terrazzi, davanzali) con gli spazi più tradizionali. E’ una comunità virtuale ma anche fisica che si articola attraverso tutte le persone che utilizzano questi spazi per ripensare la città, ma anche la propria vita.” Il primo obiettivo di orto diffuso è la mappatura degli orti urbani della città di Milano, come analogamente sta avvenendo a Roma per conto di un'altra iniziativa di cittadini. L'aspetto interessante dell'operazione sta nel suo carattere aperto e collaborativo: chiunque può contribuire segnalando aree milanesi adibite ad orti, e non solo. Il catalogo comprende infatti tutte le tipologie riferibili all'agricoltura urbana, dagli orti su terrazzi e balconi a quelli comunali regolarmente affittati passando per orti di privati, cooperative, associazioni, gruppi informali. Inoltre, in linea con la logica del guerrilla gardening, la comunità di orto diffuso invita a segnalare anche aree dismesse o in attesa di una destinazione d'uso definitiva, angoli inutilizzati, aiuole dimenticate e tutti quei luoghi che potenzialmente potrebbero essere ridisegnati e vissuti attraverso l'agricoltura urbana. Come dichiarato ancora nel manifesto “nel progetto dell’orto diffuso l’utilizzo di strumenti multimediali e di internet diventa un ingrediente importante per mantenere la rete di relazioni, consentire la condivisione di informazioni, permettere ad altri di conoscere il progetto, rielaborarlo, trasformarlo, e rimetterlo in circolo”.
Dal blog Ortodiffuso la mappa interattiva degli orti urbani di Milano e Roma.
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